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Il termine demenza indica una condizione di declino delle facoltà mentali tale da compromettere alcune aree del funzionamento quotidiano della persona.
Le aree cognitive più compromesse sono
La demenza può essere dovuta a diverse malattie sottostanti, per tanto si osservano diversi tipi di demenza; le principali forme di demenza sono
Cosa si può fare?
In caso di declino cognitivo, sia esso di normale invecchiamento o indicativo di una patologia degenerativa, la valutazione permette di individuare i punti forti e i punti deboli del funzionamento cognitivo della persona.
In base alla valutazione si può elaborare un piano terapeutico di stimolazione cognitiva individuale e personalizzato, cucito sulle specifiche necessità del paziente. La stimolazione cognitiva serve per potenziare le abilità residue e/o compensare il funzionamento globale attraverso strategie compensative.
Mantenere il cervello in allenamento è fondamentale per prevenire il declino cognitivo o per rallentare la perdita di funzionalità nel caso di una malattia degenerativa.
Nell'ambito delle demenze la valutazione neuropsicologica ha lo scopo di distinguere se una certa diminuzione delle abilità cognitive sia dovuta a un normale processo di invecchiamento oppure se sia di entità tale da sospettare un processo degenerativo in atto.
La valutazione neuropsicologica è un processo che consiste in:
Solitamente una valutazione neuropsicologica completa viene eseguita in 2 o 3 sedute della durata di circa un'ora ciascuna.
Nelle demenze, oltre al declino cognitivo si osservano importanti alterazioni emotivo-comportamentali, tra cui
Per questo una parte fondamentale del lavoro dello psicologo che si occupa di demenze consiste nella presa in carico dei familiari e/o dei caregiver del paziente, sia dal punto di vista educativo sia dal punto di vista supportivo.
Questo tipo di intervento è molto importante per il paziente e per la sua famiglia, specialmente in alcune delicate fasi della malattia, dalla diagnosi iniziale, alla scelta di affiancare al proprio caro un'assitenza domiciliare, fino anche all'eventuale - e difficile - scelta di indirizzare il proprio caro alla frequenza di un centro diurno o, infine, al ricovero.